giovedì 26 novembre 2009

Ultimo tango...a Buenos Aires!


Ahimè siamo alle battute finali di questo viaggio meraviglioso. Dopo un traseferimento lungo di ieri che ci ha portato via tutta la giornata, siamo tornati nella capitale, che, la definirei come ci ha detto un turista di Manchester incontrato all'Iguazù: "so cool!". Stamattina abbiamo esuarito abbastanza velocemente la parte che ci mancava per finire il tour della city: il quartiere Palermo e il cimitero della Recoleta.


Il primo è un quartiere davvero residenziale praticamente solo pieno di palazzi super fashon e tanti giardini. Solo per i ricchi potrenos! Abbiamo visitato il giardino giapponese, che è davvero ben ricostruito, poi la giornata splendida di tarda primavera, ci ha permesso di godere appieno di questi scorci verdi. Proseguiamo verso il "Flor Floralis" un fiore artificiale enorme costruito in una lega avveniristica, che attraverso qualche strano marchingegno riesce ad aprirsi e chiudersi all'alba e al tramonto. Dopo questa visita veloce per via delle zanzare che ci prendono d'assalto, andiamo a fare una pausa e un po' di shopping nel vicino Hard Rock Cafè, dove acquistiamo le magliette di rito.


Prossimo stop cimitero della Recoleta, cimitero monumentale come Staglieno e Pere Lachaise. La differenza è che qui al di là della tomba di Evita non c'è molto altro di interessante per noi. Sono tutti personaggi importanti a livello locale. Finita la mattinata e le visite, ci dedichiamo al momento shopping, che avevamo programmato già dall'inizio del viaggio. Ci fiondiamo in Avenida Florida, la patria della compera selvaggia di Baires (come la chiamano qui gli abitanti della città). La strada è piena zeppa di gente di ogni tipo, turisti, argentini, artisti di strada, un sacco di persone che ti smollano volantini di ogni genere per un adescaggio di soldi. Dopo gli acquisti, di cui rimaniamo soddisfatti torniamo in albergo per risistemare i bagagli. Domani, infatti, avremo pochissimo tempo: partiamo alle 9,00 di mattina per un'estancia dietro BS.AS dove faremo la Fiesta Gaucha, oppure ce la faranno a noi... chi lo sa! Poi tempo stimato di arrivo in albergo alle 18,00 dove dopo poco trasferimento in aereoporto, si torna a casa!

Buenas Noche a todos!

Michy&Ale

martedì 24 novembre 2009

Into the Wild


Una giornata fantastica! Stamattina siamo partiti per le 9 a bordo di un fuoristrada per una giornata immersi nella natura incontaminata della Terra del Fuoco. Le due guide che ci vengono a prendere, Ignacio e Juan, si rivelano subito molto simpatiche: hanno piu' o meno la nostra stessa eta' e ci troviamo subito in sintonia (finalmente ho l' occasione per assaggiare il Mate, occasione che non mi sono lasciato sfuggire!). Partiamo e la prima tappa e' un allevamento di cani da slitta. Sono una cinquantina di cani, Husky per lo piu' ma anche Alaskan Husky, un incrocio tra Husky e Alaskan Malamute (piu' veloce dell' Husky "classico"). Il canile e' nel bosco, i cani sono molti: abbiano e saltano ma sono tutti uno piu' buono dell altro! Il capomuta e' uno Schnautzer nero (piu' o meno). I cani ci fanno un sacco di feste e io mi perdo un po' ad accarezzare ora uno, ora l' altro. Si riparte dopo un buon caffe' (la guida, Ignacio, ha i genitori italiani e ci fa un caffe' come si deve) diretti al inizio della strada sterrata che ci portera' sulle rive del lago Fagnano. Passato il Passo Garibaldi (niente a che vedere con Giuseppe) agganciamo al gippone un gommone e lo variamo nel Lago Escondido: servira' in seguito. Poi si riprende la strada diretti a Lago Fagnano. Dopo poca strada abbandoniamo l' asfalto per un sentiero ricco di asperita' ma dal paesaggio affascinante. Siamo circondati infatti da un bosco di Lenga (Falsi Faggi) barbosi e contorti. Il muschio che cresce su questi alberi e' lunghissimo, segno di un ambiente vergine e incontaminato. Sembrano tanti vecchi curvi e immobili che ci guardano passare. La strada e' molto accidentata e piu' di una volta imbarchiamo fango. Giunti alle rive del Lago Fagnano facciamo una piccola pausa. Il Fagnano e' un lunghissimo lago (lungo piu' di 110 km!) che corre al centro della Terra del fuoco in direzione Est-Ovest. E' molto pericoloso da navigare, perche' e' ricco di correnti. Costeggiamo il lago e ci dirigiamo nel punto in cui abbandoneremo il fuoristrada per fare un piccolo trekking vero il Lago Escondido. La passeggiata e' suggestiva, sempre circondati da questi alberi che sembrano la casa ideale degli gnomi. Nel frattempo Ignacio (che ci aveva preceduto con il gommone) ha preparato il nostro pranzo: si mangera' in un rifugio molto spartano tra gli alberi (no, non un rifugio come quello che intendiamo noi, una baracca!). Che buona la carne argentina, sopratutto quella NON per turisti! Da quando siamo arrivati qui in Argentina, sembra che tutti mangino Bife de Chorizo e Dulche de Leche! Gli argentini mangiano si, molta carne ma di tagli meno pregiati. Cosi' assaggiamo il vero cibo argentino (quello che mangiano gli argentini). Buonissimo! E come dolce ci aspetta un bel vigilante a testa (gia' provato a Buenos Aires, ma questo e' molto piu' buono!). Finito il lauto pranzo ci imbarchiamo sul gommone per un ultimo giro sul lago Escondido. Bellissimo, navigare su questo tranquillo laghetto circondato da boschi e da montagne innevate e' una sensazione meravigliosa, ti senti veramente parte di tutto cio' che ti circonda...e' fantastico! E al ritorno c'e' pure il tempo per un' altra bellissima sorpresa: le due guide ci fanno fermare in uno sterrato accanto alla strada che viene utilizzato dagli ushuaesi come una sorta di santuario molto particolare. In questo tratto di strada infatti ognuno porta il suo santino preferito (chi San Jose, chi Santa Rosalinda etc) e ovviamete non potevano mancare la Defunta Correa e El Gauchito Gil. Chi sono questi due "santi"? Innanzi tutto c'e' da dire che non sono santi convenzionali ma sono due santi "pagani". La prima e' una donna che, morta di sete, ha allattato il suo bambino finche' questi non e' stato trovato. La gente, commossa da questa storia leggendaria, ne ha fatto una santa locale. Il secondo e' una specie di Robin Hood Argentino. La cosa "speciale" che contraddistingue queste due leggende e' che in giro per le strade del paese vi sono, ogni tanto, dei piccoli tabernacoli (pieni di bottiglie d' acqua per la Difunta Correa, con bandiere rosse per El Gauchito) a cui la gente del posto raccomanda miracoli o ringrazia per miracoli ricevuti. Molto folkloristico. La gita purtroppo e' giunta al termine e quindi torniamo in albergo con la promessa di spedire un po' di pinoli alle nostre guide una volta tornati a casa (dopo una lunga discussione su come fare il pesto!).
Forse l' escursione piu' bella di tutta la vacanza.
ciaociao
--Ale&Michy

p.s. durante il viaggio abbiamo anche avuto l' occasione di ascoltare ottima musica rock argentina!

lunedì 23 novembre 2009

Fin del Mundo, Inicio de todo


Ed eccoci all'ennesimo resoconto di una giornata densa e spettacolare! Stamattina ci siamo alzati prestino, alle 6,40, per partire alle 7,45 alla volta del Parco Nazionale della Terra del Fuoco. La prima tappa è stato il trenino della fine del mondo, che si chiama così come ogni cosa qui ad Ushuaia (si va dal faro della fine del mondo al il cioccolato della fine del mondo etc..). Questo trenino è una traccia di memoria storica dei carcerati che erano deportarti qui tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900, per sviluppare attraverso il loro lavoro l'insediamento politico economico del Canale di Beagle, importante via di comunicazione fra i due oceani. Questi poveretti venivano, come premio di buona condotta, trasporati su un treno rudimentale all'aperto anche in inverno per segare i boschi circostanti Ushuaia. Oggi si percorre un minimo tratto del percorso originario, però si può ancora osservare il cimitero degli alberi tagliati da questi detenuti, che consiste in una serie di ceppi molto vasta di alberi che dovevano costituire un fitto bosco un tempo. Il tragitto prosegue fino ad arrivare all'ingresso del Parco Nazionale della Terra del Fuoco. Questo parco regala una natura davvero incontaminata e ricca di fauna "antartica"; peccato la visita in primavera non permette di godere della spettacolare esplosione di colori che invece c'è in autunno, dove i colori rosso-giallo-arancio delle foglie rende sicuramente le fotografie più sensazionali. La visita continua con una sosta in una "castoreria" se così si può tradurre. Qui i castori importati dal Canada hanno proliferato in maniera impressionante, privi di predatori e con un clima più mite (al massimo si va a -5°C), i castori di questa terra raggiungono il metro e venti di lunghezza! Peccato non averli visti, perchè escono solo di notte. Finita la visita al parco rientro a Ushuaia per un breve "lunch" e poi via ci imbarchiamo sul catamarano Francesco I per il Canale di Beagle. Questa parte della giornata ci ha riservato dei panorami stupendi e un freddo antartico! Bardatissimi per ogni clima possibile, inziamo la navigazione che in breve ci porta alla prima sosta per osservare da vicino l'isola dei cormorani e dei leoni marini! Uno spettacolo davvero magnifico. Seconda sosta a un'isolotto dove fare un mini trekking della Terra del Fuoco e poi ancora via solcando le onde del Canale, avvistiamo nuovamente cormorani e leoni marini su un isolotto e poi un altro ancora. Lo spettacolo stesso della navigazione è bellissimo, sembra di stare nei fiordi norvegesi, invece siamo a pochi km da Capo Horn! Ultima tappa il bellissimo colorato faro della Fine del Mondo e poi rientro a "casa". Giornata molto lunga ma molto ricca! Ancora a domani con la prossima avventura!

Michy&Ale

domenica 22 novembre 2009

La fine del mondo!


E finalmente eccoci qui! Siamo ad Ushuaia! Finalmente abbiamo abbandonato quella carabattola per turisti che era El Calafate :-P per arrivare nella citta' piu' a sud del mondo! Siamo a 150 Km da Capo Horn e ad "appena" poco meno di 4000 km dal Polo Sud! Piu' giu' di cosi' non si puo' andare. Il porticciolo e' molto molto bello, molto rustico e, se escludiamo la "via dei negozi", molto semplice. Qui ad Ushuaia avremo un programma molto intenso e mooolto adventure! Domani escursione nel parco nazionale della Tierra del Fuego dove prenderemo il Treno della Fin du Mundo (il treno che prendevano i carcerati per andare ai lavori forzati) e nel pomeriggio navigheremo col catamarano nel Canale di Beagle. Dopodomani escursione in 4x4 (e stavolta sara' un vero 4x4) con attraversamento del Lago Nascondido in gommone, pranzone a base di Asado in un qualche rifugio fueghino. Insomma...avventura e tanta natura! Che bello! Alla prossima!
Ale&Michy

sabato 21 novembre 2009

Perito Moreno!!


Oggi giornata davvero spettacolare! Siamo di nuovo di fronte a una ponderosissima meraviglia della natura chiamata Perito Moreno.


Di per sè il nome dice poco, al di là del fatto che ovviamente è chiamato così per via del suo scopritore. Si tratta di un ghiacciaio di 1500 km² di superficie, per un'altezza massima approssimativa di una settentina di metri d'altezza sopra il livello del Lago Argentino. Non ci troviamo a una grande altitudine, difatti il lago si trova a 150 metri slm, ma il paesaggio appena entrati nel Parco Nazionale Los Glaciares, è decisamente alpino. Anche questa volta la vegetazione cambia di colpo morfologia e lasciamo la steppa piatta e arida per trovarci immersi in un bosco con rigogliosa vegetazione. La guida, molto competente, ci spiega che questo fenomeno è dovuto al fatto che in questo angolo piove molto per via delle correnti di pioggia che provengono dal pacifico e si fermano prima in Cile al primo stop della cordigliera andina e poi i rimasugli si riversano qui. Il ghiacciaio è estramente famoso oltre che per la sua naturale bellezza, anche e soprattutto, perchè è l'unico al mondo a non arretrare. Ha una massa praticamente costante. Questo fenomeno non ha una reale spiegazione scientifica, ma probabilmente deriva dal fatto che nevica tanto quanto i massi di ghiaccio si disgregano andando alla deriva. Infatti altro fragoroso fenomeno a cui si può assistere mentre si visita questo enorme ghiacciaio è di vedere in diretta il disgregarsi di masse di ghiaccio che si staccano dal ghiacciaio e sprofondano in acqua con un rumore simile a un tuono. Nel lago si possono vedere piccoli iceberg che gironzolano traquilli. Il colore credo sia una delle cose che colpisce subito dopo la maestosità del Perito Moreno. Sfumature che vanno dal bianco al blu, si alternano a profondi solchi nel ghiaccio e danno a questa meraviglia della natura un aspetto molto dinamico e perfetto per foto e riprese che non abbiamo mancato di fare in quantità. L'escursione prevedeva due possibilità: o imbarcarsi in battello per avvicinarsi al mastodontico blocco di ghiaccio, oppure fare una salita di a piedi lungo un percorso a passerelle creato attorno al ghiacciaio, che permetteva di osservare il paesaggio dalle pendici fin sopra il tetto della distesa ghiacciata. Noi abbiamo optato per la scarpinata, che consigliamo a tutti perchè regala scorci unici! Giornata davvero superlativa! Come al solito siete tutti invitati a vedere questi spettacoli assolutamente unici che è difficile descrivere con parole!

Domani trasferimento a Ushuaia, terra del fuoco e fine del mondo. Il freddo sempre più rigido...

Alla prossima Michy&Ale

venerdì 20 novembre 2009

Piccola appendice gastronomica


A grande richiesta ecco il Post Gastronomico!

Innanzitutto si può dire che, di sicuro, anche i palati italiani più esigenti, in Argentina trovano soddisfazione. La cucina non è molto diversa dalla nostra, risente della forte immigrazione europea e italiana. Gli amanti della carne potrebbero venire qui solo per questo: carne in ogni modo di ogni tipo sempre ottima. Ovviamente la Bife de Chorizo, ossia la nostra fiorentina per intenderci la fa da padrona. Altro piatto a base di carne tipico sono le empanadas, che vengono servite come antipasto: carne macinata insaporita con verdurine avvolte da pasta sfoglia fritta. Tuttavia anche gli appasionati del pesce trovano ampia soddisfazione nel "pescado" in particolar modo di fiume (noi abbiamo assaggiato due buonissimi dorados del rio Iguazu' in salsa di roquefort e con verdure miste, davvero deliziosi). I pochi salumi che siamo riusciti a trovare erano molto saporiti ma abbastanza simili ai nostri. I dolci, invece, sono veramente dolci. Viene usato molto il formaggio (spesso ricoperto di gelatina di frutta o di marmellata) e il Dulche de Leche, che imperversa ovunque: una sorta di crema di mou usata a mo' di nutella. Ci sono parecchi negozi che fanno il cioccolato artigianale che pero' non abbiamo ancora avuto modo di assaggiare. Ogni posto, anche il piu' sfigato, ha sempre un' ottima dotazione di vino. Di rosso abbiamo assaggiato solo il Malbec (molto corposo, adatto ai piatti di carne) e un vinello bianco non molto dissimile al nostro Pigato. La pasta è quasi sempre presente e non solo nei ristoranti italiani, spesso fatta in casa, ancora da provare. Gelati buoni. In Argentina gli orari per il pranzo e per la cena sono molto tardi; non prima delle 14 e delle 21. I prezzi sono quasi sempre molto convenienti. Si cena in media con 30 euro in due. Ovviamente c'è differenza fra posti più o meno turistici; BS.AS è sempre la più economica. Buon Appetito!
Ale&Michy

4x4 Patagonian Tour


Oggi giornata molto avventurosa! Ieri avevamo prenotato per oggi un' escursione nell' entroterra in fuoristrada. La guida ci passa a prendere verso le 10 e subito ci dirigiamo fuori da El Calafate verso le colline che circondano la cittadina. L' enorme Truck (simili a quelli di Overland, per intenderci), abbandona subito l' asfalto per uno sterrato. Poi abbandoniamo lo sterrato per uno stretto sentiero, infine abbandoniamo pure quello! La strada e' veramente impervia e non ho idea di come il mezzo non si sia ribaltato. La prima sosta, raggiunta dopo un tratto di strada ricco di scossoni e pendenze non euclidee, e' nei pressi di uno spuntone di roccia che domina El Calafate. Da quella posizione privilegiata salta subito all' occhio la differenza tra la parte turistica del luogo (verde, ben tenuta, con alberi e giardini) e la parte "vera", quella degli argentini (brulla, "brutte" case, non asfaltata). Dopo le foto di rito, ripartiamo per la seconda sosta. Qui il paesaggio si fa sempre piu' desolato e ben presto siamo circondati da un deserto freddo e arido. Lo Sconosciuto Kadath, non deve essere lontano perche' questo altro non e' che l' Altopiano di Leng. In questo territorio che definire inospitale e' un eufemismo facciamo la seconda sosta e smontiamo dal camion. Faremo un breve tratto a piedi per raggiungere il luogo del pranzo. Cosi', circondati da rocce scolpite dal vento, con il vento gelido che ci sferza e sotto lievi quanto improvvise mini-nevicate, avanziamo nel deserto arido. Da lontano scorgo delle tende che assomigliano a quelle usate per le spedizioni sui ghiacci: "Uh, guarda, degli scienziati!", penso. Era il posto in cui avremmo mangiato! Spettacolare! Il campo si trova ai bordi del Labirinto di Pietra, una zona ricca di massi erratici che formano una specie di dedalo roccioso. I tizi del campo hanno cucinato per noi della carne arrosto e questo, per fortuna, attira un po' di animali. Ci visitano un' aquila (che se ne va senza aver racimolato nulla) e una volpe patagonica (che pero' se ne va con un piccolo trofeo)! Zack! Un servizio fotografico all' una e all' altra! Un po' infreddoliti (il vento era veramente forte), riprendiamo il tragitto sul nostro fidato Truck e ci dirigiamo verso i "sombreros". I "Sombreros" sono delle strane concrezioni ricche di ferro che emergono da alcuni massi a causa dell' erosione eolica. In effetti questi ammassi assomigliano proprio a dei Sombreri! Mentre torniamo giu' riusciamo ancora ad incontrare uno sfuggente e raro armadillo e raggiungere l' albergo prima che il viento patagonico si alzi costringendoci ad una pausa in albergo. Domani Perito Moreno.
Dalla patagonia e' tutto,
--Ale

giovedì 19 novembre 2009

Whale watching


Eccomi di nuovo all'aggiornamento col diario "elettronico" di viaggio!

Oggi è stata una giornata senza particolari novità o colpi di scena, sarà che ci stiamo abituando talmente agli spettacoli che la natura ci sta regalando, che anche solo atterrare con l'aereo sopra a uno sterminato lago immerso tra le montagne e il deserto della Patagonia mi sembra poco..

Comunque giornata di trasferimento a El Calafate e relax con shopping nel mini centro estremamente turistico, così come i prezzi...


Mi dedico quindi a descrivere la giornata di ieri alla Peninsula Valdes, che non abbiamo fatto in tempo a mettere sul blog per il pochissimo tempo a disposizione.

E' difficile trovare le parole per descrivere quello che abbiamo visto. Una natura selvaggia, arida ventosa che permette in maniera assolutamente eccezionale il proliferare di fauna che viene qui a riprodursi. Ilviaggio comincia presto alle 7.30 della mattina. Entriamo nel parco della penisola e cominciamo ad avvistare animali più "comuni", come las maras (le lepri patagoniche) o i guanachi (della famiglia dei lama) le pecore che producono la famosa lana, che porteremo a casa sotto varie forme. Dopo una sosta in una estancia per mangiare qualcosina, ci dirigiamo alle dune di Punta Delgada, dove con un po' di trekking sabbiesco arriviamo vicinissimi a dei mastodontici elefanti marini! Una visione unica che toglie il fiato. Una baia sull'oceano enorme e incontanimata con spiaggiati centinai di pachidermi del mare che sbuffavano dal naso facendo un gran rumore, l'unico a disturbare l'assoluto silenzio del luogo. Lasciati a malincuore i foconi, ci dirigiamo a Puerto Pyramides dove salpiamo in maniera rocambolesca con un trattore che trasportava il borcone in mare per via della secca. Dopo un po'di navigazione le balene! Che spettacolo ragazzi! Alcune sembra si mettano apposta in mostra per te. Scattiamo migliaia di foto e io, a rischio di cadere in mare, mi fiondo sulla prua del barcone per fare le riprese migliori! Indescrivibile! Un solo consiglio: venite a vedere!!! E' ora di cena e devo lasciarvi. Domani ci aspetta il safari a bordo di una jeep nel deserto con avvistamento nuova fauna locale, speriamo sia all'altezza di quanto visto finora!

Ciauuu --- Michy&Ale

mercoledì 18 novembre 2009

I Pinguini di Punta Tombo


Ieri e' stata una giornata di trasferimento (da Iguazu' a Puerto Madryn). Lo scenario che ci si e' parato davanti era totalmente diverso da quello che avevamo lasciato. Invece che la foresta pluviale ad accoglierci e' stata una steppa incolta e arida che si estendeva a perdita d'occhio sferzata da un vento fortissimo e incessante. Uno spettacolo incredibile. Sembra di essere nel far west! Oggi dovevamo andare nella Penisola Valdes ma a causa del forte vento, l' escursione e' stata rimandata a domani. Cosi', oggi, abbiamo optato per un viaggetto a Punta Tombo dove una colonia di 800.000 (si, avete letto bene) pinguini di Magellano si ritira tutte le estati per le vacanze (in realta' per riprodursi). Dopo un lungo viaggio attraverso la steppa patagonica arriviamo, non senza aver percorso circa 30 Km di sterrato, alle soglie del parco. Bellissimo! In un paesaggio lunare e' possibile camminare tra i pinguini che ti corrono tra i piedi (attenzione: la precedenza ce l' hanno loro, quindi bisogna sempre farli passare!), mentre altri covano sornioni all' ombra delle piante patagoniche (ovvero arbusti duri e spinosi che possono piacere solo a pecore e guanachi). In pratica i pinguini scavano dei buchi sotto agli arbusti in cui depongono 2 uova. Per fortuna la schiusa delle uova era gia' avvenuta e siamo riusciti anche a vedere numerosi pulcini di 5/10 giorni! Che belli! Dopo la visita al parco ci siamo diretti a Gaiman, un piccolo centro perso nella steppa (anche in questo caso ci siamo sparati 60Km di sterrato). Gaiman sorge al centro di una valle verde (e' bello camminarci!) poiche' alla fine del 1800 i coloni gallesi con molta fatica costruirono due canali di irrigazione, trasformando con tenacia, l' arida steppa in una rigogliosa valle ricca di vegetazione. Dopo la visita (e una scorpacciata esagerata di dolci in una delle tante case da the del paese) ci siamo diretti a Trelew dove abbiamo visitato il museo paleontologico della Patagonia (uno dei luoghi del pianeta dove i fossili sono piu' abbondanti). Una bella gioranta molto faticosa ma che ci ha lasciato sicuramente qualcosa. Ora si va a dormire, visto che domani abbiamo un' altra giornata faticosa: questa volta diretti verso la penisola Valdes a vedere le balene!
Buonanotte,
--Ale&Michy

domenica 15 novembre 2009

Acqua Grande


Finalmente, oggi, abbiamo visto le cascate dell' Iguazu' (che in guarani' vuol dire Acqua Grande). Ma la giornata e' stata parecchio movimentata e avventurosa per cui procederei, se non vi dispiace, con ordine. Al mattino siamo stati prelevati con un comodissimo pullman sul quale abbiamo reincontrato alcuni dei nostri compagni di avventura delle misiones (si, si con una "s" sola, non e' un errore), il tempo era quasi sereno e tutto faceva presagire una calda giornata nella foresta pluviale. Arrivati all' ingresso ci dirigiamo verso la seconda stazione di un trenino ecologico che attraversa il parco (la prima e' proprio quella dell' ingresso, la terza e ultima e' quella che conduce alla famosa Garganta del Diablo). Subito abbiamo l' occasione di vedere un paio di bestie selvatiche (una lucertolona gigante e una specie di procione) piu' innumerevoli specie di uccelli e mille farfalle coloratissime. Arrivati alla seconda stazione ci imbarchiamo sul treno che ci porta al punto piu' spettacolare delle cascate. Un lento fiume color cioccolata si getta improvvisamente in un baratro altissimo (70m!!!) in mezzo ad una spuma bianchissima e a spruzzi che arrivano da ogni dove! Siamo rimasti letteralmente a bocca aperta, e' uno spettacolo impressionante per l' intensita' e per la quantita' d' acqua che viene riversata in questa gola al secondo (credo che insieme alle Niagara Falls siano le cascate piu' impontenti). Bagnati fradici (e queste era niente rispetto a cio' che ci avrebbe aspettato piu' avanti!), ritorniamo al trenino che ci porta al percorso superiore, piu' basso rispetto al punto in cui eravamo ma piu' in alto del percorso basso (ma no?!). Subito dopo aver imboccato il sentiero superiore ecco che le condizioni meteo mutano improvvisamente e in poco tempo scrosci di pioggia sub-tropicale si riversano sui poveri turisti che indomiti sfidano le intemperie pur di assistere agli spettacoli della natura. Ma noi, niente, vogliamo andare oltre. La tempesta equatoriale non ci fermera'! Abbiamo in serbo qualcosa di ancora piu' folle! La gita sul gommone sotto (o meglio DENTRO) le cascate! I nostri compagni di viaggio sono un po' titubanti, ma noi li rincuoriamo (un po' anche per sadismo) convincendoli a imbarcarsi sul gommone. Comunque, finiamo il percorso superiore, quello inferiore e ci imbarchiamo mentre la natura in persona tenta di prenderci a schiaffoni con l' acqua. L' accesso al barcone e' gia' di per se' un' avventura abbastanza folle: bisogna infatti scendere su un percorso scivoloso presso una scogliera viscida. Con la musica di Indy nelle orecchie arriviamo alla barca muniti di giubbotto di salvataggio e sacche anti-diluvio. Il Caronte argentino ci traghetta subito nei pressi di una delle cascate piu' grosse ma e' alla successiva che viene il bello! Infatti, il traghettatore folle ci fa avvicinare cosi' tanto alla cascata che il barcone comincia ad oscillare fortissima e un fiume d'acqua ci si riversa addosso! Non credo ci siano parole per descrivere le sensazioni che si provano stando sotto a cascate come quelle dell' Iguazu'. Terminato il giro in barca veniamo portati in un porticciolo in mezzo alla giungla dove veniamo caricati su un camion militare e trasportati sotto la pioggia che non ci ha dato un attimo di tregua, verso il punto di incontro. Qui stremati e bagnati (direi piu'...alluvionati) ci riposiamo poco prima del ritorno al nostro hotel. Nonostante il tempo avverso e le condizioni meteorologiche terribili, abbiamo vissuto una delle esperienze piu' emozionanti della nostra vita, non ci sono parole per descrivere quello che abbiamo passato, lo spettacolo che abbiamo vissuto. Si puo' solo provare. Tutti a bordo!
ciaociao
--Ale